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    De Rossi: “Sarà difficile affrontare il Bologna in un match così importante”


    Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Bologna, giornata numero 33 di Serie A.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Partita durissima con il Milan, sotto il profilo fisico: hanno recuperato tutti? E Lukaku come sta? Se non dovesse farcela, chi può sostituirlo?

    “Romelu non sarà convocato con il Bologna. Ha avuto un problema muscolare di lieve entità. Capiremo nei prossimi giorni quanto lieve e quanto ci metterà per rientrare, ma siamo fiduciosi che non sia nulla di grave.

    Giocherà uno tra Azmoun e Tammy. Capiremo dall’allenamento di oggi. E non escludo che potremmo usarli entrambi durante la partita. Veniamo da una gara che ci ha impegnato molto dal punto di vista fisico e mentale, per rimanere saldi a difendere contro una squadra come il Milan, i ragazzi hanno fatto uno sforzo incredibile.

    Ma, insomma, abbiamo recuperato, siamo pronti per giocare domani”.

    Qual è la particolarità del Bologna di Thiago Motta?

    “L’ho detto già nelle varie conferenze, la squadra più entusiasmante, più affascinante del campionato è proprio il Bologna. Per me il Milan, l’Inter, la Fiorentina giocano bene, ma hanno giocatori di base per fare quel tipo di alta classifica.

    Magari il Bologna è stato costruito per fare il solito campionato di metà classifica, invece sta facendo un capolavoro, motivo per cui i complimenti sono sempre sinceri a Thiago e alla società che hanno costruito una squadra così.

    Tatticamente è una squadra molto fluida, si muovono tanto i due centrali, si inseriscono – e noi facciamo una cosa abbastanza simile –, si posizionano bene. È affascinante vederli, è difficile studiarli e sarà altrettanto difficile affrontarli in un match così importante. Ho grande stima per Thiago, per la squadra, come detto.

    Sarà un vantaggio per noi che non ci sarà Ferguson, ma volevo mandare un abbraccio al ragazzo visto che perde anche l’Europeo. Per un calciatore so che è una cosa devastante”.

    Vorrei tornare sulla partita posticipata al 25 aprile. La Ligue 1 ha rinviato le partite di Marsiglia e PSG per favorirle. La Roma ha fatto un comunicato, lei pensa che ci sia stata una mancanza di tutela da parte delle istituzioni calcistiche italiane verso la Roma che ha fatto benissimo in Europa?

    “Sono completamente allineato con la società sulle parole del comunicato. Ne avevamo parlato spesso con Maurizio, con Lina, con i presidenti. Tu hai parlato di Ligue 1, di Bundesliga, che aiutano le proprie squadre. Ma già la Serie A, la stessa Lega ha aiutato le nostre squadre che giocavano in Europa gestendo gli orari per aiutarci ad arrivare a queste partite nella maniera migliore.

    Che poi non ti garantiscono la vittoria, ma ti garantisce almeno il massimo del recupero. E qui s’è creato un precedente particolare, è la prima volta – a mia memoria – che non viene accordata la tempistica migliore per andare a fare una semifinale così tanto importante.

    Mi dispiace che il presidente Casini non abbia ascoltato le nostre richieste, che erano legittime e sacrosante. Dispiace che il capo delle competizioni, Butti, che è un uomo di calcio, è stato nell’Inter per tanti anni, che ha accompagnato la cavalcata dell’Inter del Triplete, non ci abbia aiutato, non ci abbia capito proprio per essere già stato nel calcio.

    Sa benissimo che un giorno in più o in meno, anche per quanto riguarda i viaggi, possa essere determinanti per una squadra. Detto ciò, punto. Altrimenti si innesca l’effetto Florido come mi diceva il mio prof Gianni Venturati. Ovvero, come le parole ripetute più volte in testa ti facciano sentire stanco, non recuperato, debole.

    È un esperimento che se volete potete andare a cercare su internet. Può essere devastante se noi continuiamo a dire che siamo stanchi, che non ci hanno aiutato, che non ci hanno fatto recuperare, che non ci hanno tutelato. È quello che è successo, ma stando sempre a contatto con i giocatori, ogni giorno, ora gestiremo questa cosa in altre sedi”.

    Come cambia il modo di attaccare della Roma con Abraham e con Lukaku? E poi nella tua idea di calcio, c’è quella di vedere un giorno Dybala come falso nove?

    “Alla prima non ti so bene rispondere. Tammy è un giocatore che ho visto poco, ma è una forza della natura, ha un entusiasmo contagioso, che dobbiamo incanalare verso le cose di calcio. A volte perde energie verso l’arbitro, verso i tifosi, con la palla, con lo scarpino.

    Se noi riusciamo ad incanalare tutta quell’energia, che è data dalla sua forza, compresa la rabbia repressa di 9 mesi per l’infortunio, che lo ha tenuto fuori dai campi di gioco, noi riusciamo ad avere un giocatore molto forte. Lo voglio studiare bene, devo essere io a capire lui.

    Lui sta già capendo bene quello che voglio dai centravanti. È un giocatore affascinante da allenare. Ha un potenziale enorme. Non è troppo diverso da Romelu, ci sono anni di differenza di età, uno magari è più esperto, l’altro un po’ meno, ma è un giocatore che lavorandoci, lavorandoci può diventare devastante come Romelu.

    Dybala? Sì, bravo è una bella domanda. Ci ho pensato più volte di giocare con un falso nove come Paulo, a mio avviso devi avere giocatori di grande gamba sulle fasce. Devi avere sui lati giocatori esplosivi, che attaccano la profondità, con una gamba veramente importante che non è proprio la prima qualità che abbiamo nella rosa.

    Mi piacerebbe tanto, ma dobbiamo farlo combaciare con l’attacco della profondità. Altrimenti facciamo una partita come è già capitata. Frazioni di partita dove siamo costretti ad andare incontro e in fase di riaggressione ci possono fare male”.

    Una curiosità tattica su Pellegrini: il giocatore conclude molto di più dalla distanza, con pericolosità. È una cosa che richiede lei o fa parte dell’atteggiamento più propositivo della squadra?

    “Ha fatto diversi gol da quella mattonella. È normale che un giocatore si trovi in quella posizione lì giocando da mezzala sinistra, ed essendo un destro che gioca a sinistra è più portato a stoppare la palla e portarla nella fase centrale del campo.

    Magari per Bryan ed Edoardo, che giocano dall’altra parte, con il piede forte è più facile andare sull’esterno. Sono dinamiche di campo. Lui tatticamente è veramente bravo. A volte stupisce non solo me, ma anche i miei collaboratori che mi dicono “non pensavo fosse così forte e intelligente”. Io aggiungo che come atletismo l’ho trovato un altro giocatore, più sviluppato. Anche atleticamente è un giocatore incredibile”.

    Il Senatore della Repubblica, presidente della Lazio e anche consigliere federale, Claudio Lotito, ha detto con una sottolineatura che Ndicka è entrato in ospedale in codice giallo e la partita si poteva continuare. Volevo sapere il tuo pensiero.

    “Mi ero preparato… Qui c’è un tweet delle 20.42 di quel giorno, della Official SS Lazio, che scrive “Forza Evan, ti siamo vicini”. E io non ho mai visto fare un tweet da parte di una squadra di calcio per un codice giallo. Quindi, evidentemente, alle 20.42, quando noi eravamo da poco andati via dallo stadio, c’era la percezione che potesse essere qualcosa di molto grave.

    Non lo è stato, penso dovremmo essere tutti quanti contenti, penso che nessuno ci debba rinfacciare che il nostro amico, il nostro ragazzo non sia morto, non sia ancora in ospedale con i postumi di un infarto, penso a quando ho parlato di gente che vede il marcio e sui social scrive: “Non ha niente, l’hai fatto per risparmiare venti minuti”.

    Penso che su trentamila persone allo stadio, non ce n’era una che potesse pensare che noi avessimo un vantaggio a non finire la partita. Sai dici “l’hai sospesa al primo tempo, stavamo giocando male, hai fatto il furbo”.

    Nel secondo tempo l’inerzia dopo il gol di Lukaku era tutta dalla parte nostra, se proprio dovessimo andare a giudicare l’utilità di quello stop, noi abbiamo una cosa che andava molto contro l’interesse calcistico, del risultato.

    Ripeto, se te lo mandano nel messaggio, in direct, ragazzini di 15 anni o dei tifosi sfegatati che vedono solo il risultato calcistico, che non vanno al di là del loro naso, a uno gli dà fastidio i primi 15 secondi, poi passa.

    Se lo facciamo anche noi, all’interno del sistema calcio, anche con le chiacchiere che abbiamo fatto con Butti, Casini, è uscita fuori questa cosa. Come se il fatto che lui non fosse morto o non fosse molto grave, era una nostra colpa, un nostro errore, come se non bastasse il fatto di essere molto spaventati che un nostro giocatore, un nostro amico, un nostro compagno, un calciatore – che potrebbe essere il calciatore di qualsiasi squadra – è un peccato, un peccato. Perdiamo quello slancio che dovremmo avere tutti quanti per migliorare un po’.

    E mi dispiace che lo faccia pure il presidente, io con lui – al di là delle rispettive appartenenze – con lui ho un buon rapporto. Ma stavolta ha sbagliato, ha detto una cosa che non andava detta. Ho letto che l’avrebbe proferita davanti ad un buffet, in una situazione particolare, magari gli è sfuggito un colpo a vuoto. Però perdiamo sempre l’occasione per fare un passo avanti in queste situazioni. Soprattutto noi, il mondo del calcio, dovremmo essere più sensibili. Se qualcuno mette davanti la preoccupazione per la vita di una persona, amico, compagno, giocatore, dovremmo essere tutti d’accordo come lo è stata l’Udinese, come lo sono stati altri personaggi del mondo del calcio che ci hanno manifestato solidarietà. Non solo alle 20.42, ma fino ad oggi”.